I fumi e le nebbie oleose sono emissioni che si generano a seguito di attrito e riscaldamento di particolari sostanze come gli oli lubrorefrigeranti usati in molteplici processi industriali, soprattutto nel settore della lavorazione dei metalli. Spesso la diffusione di inquinanti all’interno dell’ambiente lavorativo è correlata ad entrambi questi fattori.
Nebbia d’olio
La nebbia d’olio è costituita da goccioline di olio trasportate dall’aria. La dimensione di questi varia da 1 a 10 µm. La nebbia d’olio si forma normalmente nei processi in cui viene utilizzato olio lubrorefrigerante per la rimozione dei trucioli e il modo più comune ed efficace per catturarela è depurare l’aria inquinata il più vicino possibile alla fonte.
Fumo d’olio
Il fumo d’olio, come la nebbia d’olio, è costituito da goccioline d’olio trasportate dall’aria. La differenza è che queste particelle sono più piccole delle particelle di nebbia d’olio e di solito arrivano in quantità maggiori. La dimensione delle particelle di fumo d’olio varia da 0,1 a 1 µm. Il limite di soglia per la quantità di fumo d’olio consentita in un’officina è normalmente lo stesso della nebbia d’olio.
Polvere
Polvere formata durante una varietà di applicazioni in cui vengono lavorati materiali secchi. Ad esempio, durante la saldatura, il taglio laser e plasma, la molatura a secco, la levigatura o la verniciatura. La polvere è costituita da particelle sospese nell’aria fino a 100 micron, che equivale a un decimo di millimetro. Anche le particelle più grandi che non sono disperse nell’aria sono considerate particelle di polvere.